Se il tuo calendario assomiglia a quello qui sotto, allora potresti avere un problema…
Essere impegnati non significa essere produttivi e la produttività non è direttamente proporzionale alle ore passate a lavorare.
È dimostrato che per quasi la metà del tempo le persone sono impegnate in attività che hanno poco a che fare con la loro mansione o semplicemente che non generano valore.
Non è formalmente corretto ammettere che non si ha tempo, del resto tutti disponiamo in egual misura della stessa quantità di tempo.
E il peggior nemico di tutto questo siamo noi stessi, ovvero molto spesso la nostra scarsa conoscenza delle tecniche di gestione delle attività e delle priorità.
Se continuiamo a farci derubare dai “ladri del tempo” quali mail, telefonate, inviti a meeting, rischiamo di innescare l’effetto valanga: più siamo impegnati a fare ciò che decidono gli altri e più saremo dissuasi dal dedicarci ai nostri obiettivi, con il risultato che ci ritroveremo costretti a farlo alla sera o peggio ancora nel fine settimana, uscendone alla fine ancora più impegnati.
Iniziamo a misurare la nostra produttività in modo diverso, come ad esempio calcolando l’impatto reale di ciò che facciamo. Chiediamoci più spesso: “quali attività posso eliminare?”, “quali attività posso delegare?”, “quali attività posso snellire?”.
Esistono tecniche che aiutano le organizzazioni ad analizzare e classificare le attività che occupano la giornata lavorativa, punto di partenza per una successiva razionalizzazione delle stesse. Una di queste è l’analisi organizzativa, che abbiamo raccontato in un precedente articolo.
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