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KAIZEN non significa miglioramento continuo!

È ormai risaputo che la parola kaizen non sia esattamente traducibile in “miglioramento continuo” o ‘miglioramento in meglio’. Qual è quindi l’origine del concetto che sta dietro a queste sei lettere?

Kaizen

 

Per capirlo seguiamo il flusso presente in foto, da sinistra verso destra.

La parola kaizen può essere divisa in due parti, kai e zen. I due caratteri che compongono ‘kai’ significano frustarsi e rappresentano un duro monito: “Se continui a comportarti come stai facendo ora, continuerai a farti del male”. È di fatto un’esortazione a cambiare. A sua volta ‘zen’ è composto, dall’alto verso il basso, da due caratteri che insieme rendono l’idea di un sacrificio pagano agli dei che, come ci spiega la storia, venivano fatti per il bene di tutta la comunità e non solo del singolo individuo.

Mettendo assieme i tasselli il concetto può esprimersi come: “Renditi conto che se continui a comportarti come adesso ti farai solo del male. Fai un sacrificio per cambiare il tuo modo di operare, poiché porterai beneficio a te stesso e a tutti coloro che ti stanno intorno!”

 

 

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