Di ritorno da un viaggio studio organizzato dal Gruppo fischer tra Shenzhen, Guangzhou e Shanghai, il bilancio è chiaro:
la Cina corre. E corre veloce.
Abbiamo visto impianti di nuova generazione, fabbriche costruite e avviate in tempi record, automazione avanzata ovunque, e una forte spinta alla spettacolarizzazione dell’innovazione (showroom, demo, soluzioni visionarie).
- Droni e taxi autonomi sono già realtà;
- Le linee sono altamente automatizzate, con la manodopera concentrata nelle fasi finali di personalizzazione;
Eppure, tra i dati e i robot, restano immagini significative: linee di personalizzazione con numerose persone all’opera, ritmi intensi, in spazi produttivi pensati per la performance.

Una cultura del lavoro diversa
In Europa, siamo abituati a mettere la persona al centro, riflettendo su sicurezza, ergonomia, partecipazione e benessere organizzativo.
In Cina, almeno per quanto osservato, il focus resta sulla scalabilità, sull’efficienza e sulla velocità di esecuzione.
Un’altra grande differenza?
Da noi si regolamenta prima e si innova poi.
Lì si innova prima, e solo dopo ci si pone la domanda: servono regole?
Questa flessibilità accelera lo sviluppo, ma apre interrogativi profondi su come garantire un progresso sostenibile, anche a livello umano e sociale.
Modello human-centric o technology-centric??
Non è una provocazione, ma una riflessione strategica.
Possiamo davvero parlare di “progresso” se l’innovazione non è progettata con e per le persone?
L’Europa può certamente trarre ispirazione dalla spinta cinese verso l’innovazione rapida, ma non dovrebbe rinunciare alla propria identità: una tecnologia che abilita, non che consuma, e che riconosce nella persona un valore insostituibile.
Cosa ci portiamo a casa
La Cina è un laboratorio vivente di trasformazione industriale.
L’innovazione in Cina corre, ma non sempre si ferma a interrogarsi sul suo impatto umano.
Serve trovare un nuovo equilibrio tra velocità, efficienza e benessere
Qual è il vostro punto di vista?
Secondo te:
- Serve più velocità o più attenzione alla dimensione umana?
- È possibile costruire un nuovo equilibrio tra dedizione, automazione e benessere collettivo?
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